Boiata Verticale |
di Alessandro Ghezzer, 25 febbraio 2001.
Signori, non sapete come buttare nel cesso 13.000 lire?
Bene, andate a vedere "VERTICAL LIMIT".
A parte alcune sequenze ed effetti speciali, una boiata ridicola e
vergognosa, di gran lunga peggiore perfino del famigerato
"Cliffhanger" di Silvestro Stallone.
Il film inizia subito male: nei meravigliosi scenari della Monument
Valley vola un'aquila posticcia, appiccicata col computer.
In un piano ravvicinato il sospetto e il disagio che il rapace sia
addirittura finto, impagliato con le ali in movimento, e' forte :((((
Ma lasciamo stare. Un'allegra brigata di climbers e' impegnata su una
parete veticale: com'e', come non 'e', alcuni sfigati volano
trascinando nel vuoto la cordata sottostante coi nostri eroi (questa
e' la scena piu' suggestiva di tutto il film, probabilmente).
Quelli sopra passano giu' come proiettili e si sfracellano. Quelli
rimasti non se la passano meglio. Alcune assicurazioni saltano via e,
com'e' come non e', tre persone restano attaccate all'unico friend che
ha resistito miracolosamente.
I tre sfigati penzolano nel vuoto, il friend cede visibilmente nella
fessura. Ogni movimento per abbrancare qualche spuntone di roccia non
fa che peggiorare la situazione. L'unico friend a cui sono appesi
mostra segni di cedimento. Il babbo, in fondo alla corda, virilmente
fa' al figlio (la cordata e' composta da padre, figlio e figlia):
taglia! Solita scena da melodramma: "No babbo, no! Non posso!".
Poi ci pensa un po' su e taglia. Il babbo di sfracella.
Con questo tormento nel cuore, il baldo giovane qualche anno dopo,
quando si dice il caso, ritrova la sorella (lui e' geografo del
National Geographic o qualcosa del genere) al campo base del K2, e la
ritrova, combinazione, alla vigilia di in un'imminente scalata
"pubblicitaria" col solito climber americano rampante e idiota (vi
racconto la storia ma non preoccupatevi, non rovino niente, rimane una
boiata comunque) :DDD
Signori, non sono mai stato in un campo base sotto al K2, ma la
rappresentazione che se ne da e' a dir poco grottesca e ridicola: ci
sono tendoni tipo festa campestre, con gli alpinisti in giacchettina
di sera che girano di tenda in tenda con grossi drink in mano. C'e'
persino una tenda-gazebo-discoteca, dopo i baldi alpinisti si
rinfrancano lo spirito ballando con delle alpiniste-strafighe
incredibili (e chi le ha mai viste!!!).
Dopo queste scene a dir poco irritanti, com'e' come non e' la scalata
parte nonostante i dubbi sul tempo (ohe' giovani, bisogna andar su che
c'e' lo sponsor che caccia le lire).
Le scene della scalata, tolti alcuni suggestivi panorami (girati pare
in New Zeland), sono davvero ridicole e assolutamente non credibili.
Si passa da pareti verticali tipo Lavaredo (sul K2?), con sfondi di
canyon alla Wil-Coyote, alle solite seraccate, dove il ganzo di turno,
con due picozze in mano e ramponi, si arrampica in cima a un seracco
di 200 metri quand'e' evidente, guardando il paesaggio circostante,
che arrivato in cima l'imbecille dovra' comunque scendere.
Cioe' immaginatevi un'ascesa al K2, in cui si deve ragionevolmente
conservare ogni stilla di energia, e dove gli alpinisti, per
sgranchirsi un po', lungo la strada salgono e scendono un bel po' di
seracchi, cosi' per tenersi in esercizio...
Ridicolissime poi le scenette a 8500 di quota, dove i tre si fermano
per decidere sul da farsi: a parte il vestiario approssimativo, si
vedono i tre sgambettare, chiacchierare, fare battutine e
sgranocchiare barrette di cereali come fossero in una qualsiasi
escursioncella sull'Abetone...
Il tempo volge al peggio, ovviamente, il capo cordata vuole tornare ma
l'ammerecano sponsorizzato, che lo paga, insiste.
Com'e' come non e', cascano tutti in un crepaccio. Troppo banale?
Giusto: mettiamoci anche una bella valanga.
Dopo un po' di manfrine (tira, tieni, attento, oddio scivolo) la
valanga travolge i tre fessi che finiscono nel crepaccio: per colmo di
sfiga, la valanga sopra tappa per bene il tutto. I tre tapini
rimangono imprigionati nei ghiacci, a "combattere l'edema polmonare"
imminente.
Le radioline in fondo al crepaccio non funzionano, pero' funzionano
con l'alfabeto morse, boh!
Scatta l'allarme al campo base. Il fratello geografo capeggia la
spedizione di salvataggio alla sorella. Qui siamo davvero alla
ridicolaggine piu' insulsa di tutto il film: al fratellone viene in
mente la brillante idea di chiedere della nitroglicerina (???) a dei
militari pakistani che stavano nei paraggi a sparacchiare sugli
indiani con un cannone da un costone.
Il motivo per cui si farebbe uso della nitroglicerina rimane del tutto
oscuro, almeno a chi avesse un minimo di raziocinio: forse serve solo
per fare un bel po' di esplosioni, che nei film fanno sempre un
bell'effetto :((
Partono gli alpinisti, ognuno col suo bel tubo di nitro nello zaino,
con le raccomandazioni veementi dei militi di NON scuotere
assolutamente i contenitori, pena l'esplosione del pericoloso
contenuto (vi risparmio tutte le scene successive dove i contenitori
sono sbattuti e stra-sbattuti come sacchi di patate durante le
improbabili evoluzioni alpinistiche dei nostri prodi).
Ridicolissima quindi la scena dell'elicottero che sbarca gli alpinisti
su una cengia: solita parete verticale tipo Lavaredo, con lo
strapiombo alla Wil-Coyote.
Nonostante le paurose turbolenze (figuriamoci, con un elicottero da
Vietnam a 8000 metri di quota), il pilota decide di far scendere i
deficienti su una cengia larga si' e no 4 o cinque metri. Si mette in
"hoovering" (il dubbio che le pale possano schiantarsi sulle rocce, a
quella distanza, non lo sfiora neppure), mentre i deficienti escono
sui pattini e si slanciano nel vuoto verso la cengia.
Questa scena, con l'elicottero a mezz'aria che ballonzola a pochi
metri dalle rocce e gli alpinisti sui pattini che tentano di scendere,
dura un buon quarto d'ora, e per la sua ridicolaggine strappa risate a
scena aperta :(
Una ragazza viene addirittura ferita, di striscio si capisce, delle
pale dell'elicottero (nientemeno!). Com'e' come non e', i dementi
scendono, si dividono in cordate e partono per il salvataggio.
Salto tutte le fregnacce succedute successivamente, in cui le scene
inverosimili e ridicole si sprecano.
Una su tutte: il solito fesso scivola su un pendio e finisce sull'orlo
del baratro, praticamente appeso col mignolo alla piccozza ad una
grossa cornice di neve. Sotto almeno duemilametri di vuoto (alla Wil-
Coyote).
La prode alpinista-donna che fa? SALE sulla cornice e, non contenta di
cio', da' anche dei violenti pestoni per saggiarne la stabilita'. La
cornice ovviamente cede (grreek, si apre la crepa), ma non del tutto.
La scema insiste, e si sporge ancor piu' per allungare la picozza
all'imbecille appeso.
Cede tutto, ovviamente, e i due salami si ritrovano, per l'ennesima
volta, appesi miracolosamente alla "becca" della picozza della
ragazza, che eroicamente e stoicamente regge, con un braccio solo (!),
anche il compagno. Tralascio le ridicolaggini seguenti per cavarsi
d'impaccio dalla scomoda situazione.
A un certo punto i baldi giovani si ritrovano di fronte a un
precipizio: un burrone impedisce il cammino verso un torrione di
roccia isolato (perche' cavolo devono passare di li' non si capisce).
Qui c'e' la scena piu' spettacolare e anche piu' ridicola: il tizio
piglia la rincorsa (coi ramponi!) e, picozze alla mano, fa uno sprint
da centometrista per slanciarsi nel vuoto verso la parete opposta.
Fa un salto alla Bob Beamon (record del mondo in Messico con mt. 8,90)
solo che il Nostro non si contenta e ne fa almeno una cinquantina in
la' e un centinaio in caduta libera (purtroppo nel film, in un
sussulto di pudore, non hanno fatto volare gli asini, pardon gli
alpinisti...).
Dopo un volo grandioso e spettacolare il nostro Eroe va a... piantarsi
con le picozze nella roccia!!! (risate del pubblico in sala)
Cioe' non si sbrindella le braccia che rimangono appese alla roccia
sanguinanti, no, dopo un volo del genere lui' s'attacca saldamente
alla rupe come una "cicca" di chewin-gum.
Com'e' come non e', dopo varie peripezie, morti ed esplosioni nelle
cordate di salvataggio (la nitro!), il fratellone arriva dove e'
sepolta la cordata con la sorella. Finalmente puo' fare un po' di
scena con la nitroglicerina.
Immaginatevi, avete tre compagni in fondo a un seracco e voi che fate?
Non cercate di effettuare un recupero con le corde, no: gli fate
scoppiare sulla testa tonnellate di neve e ghiaccio con la
nitroglicerina. Geniale no?
Com'e' come non e', l'esplosione (suggestiva) funziona, il crepo si
apre e in fondo appaiono i tapini, ormai allo stremo (come gli
spettatori in sala): nelle fasi di recupero il solito idiota scivola
ancora trascinando i compagni che rimangono ancora una volta appesi
come salami nel vuoto (ebbasta!)
Tralascio il finale melenso, il ritrovamento ridicolo di una mummia-
moglie di uno degli alpinisti scomparsa anni prima, il sacrifizio
finale di uno dei nostri erori che taglia la corda, trascinando nel
baratro l'avido alpinista americano che con la sua cupidigia e sete di
gloria ha messo tutti nei pasticci.
Insomma questo film e' davvero una *boiata colossale*: nonostante
alcune belle scene e begli effetti speciali, si rivela quasi un film
comico, una ciofeca micidiale per cui le 13 mila del biglietto
(ladri!) varrebbero la pena solo per vedere uno dei film piu' brutti
degli ultimi decenni (e non solo di alpinismo), dove il "Cliffhanger"
di stalloniana memoria, al confronto, appare un capolavoro del cinema
moderno.
Andate a vederlo e riferite :)
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