Nella
suggestiva foto sopra: il prode Ghezzer studia la cresta finale est del
Monte Ziolera, dalla
forcella omonima a
m. 2250.
Magnifica sci-escursionistica
e sopralluogo sul luogo del futuro raduno del NE, in vetta al Monte Ziolera
a m. 2478, venerdi' 21 aprile
La salita e' stata piuttosto duretta, col Ghezzer in giornata "no"
ma, nonostante questo, la sua magnifica tempra e straordinaria possanza
fisica :))) gli ha permesso ugualmente di completare, insieme al fido
Moscone Bianco, 1200 mt di dislivello per circa 17 km totali.
La partenza e' avvenuta nei pressi del Rist. Malga Baessa a circa 1300
metri di quota (Val Calamento, a nord di Borgo Valusgana), col solito
assetto da combattimento; sci da sciescursionismo con relative scarpe,
pelli, ciaspole, scarponazzi in plastica + ramponi il Ghezzer, solite
pedule il Moscone. Lasciata la picozza in auto per il troppo peso (scelta
azzeccata). Pigliato a piedi quindi il segnavia 361 che sale ripido nel
bosco. A circa 1600 metri comincia la neve, ma proseguiamo a piedi su
per l'erto sentiero. Ghezzer avvista due caprioli saettare nei boschi.
Il Moscone dietro vede quasi nulla, come al solito :D
La
cresta est nei pressi di forcella Ziolera
Costeggiamo lo
spumeggiante rivo Ziolera fino a quota 1800 quando finalmente il bosco
finisce e la valle spiana in una magnifica valle innevata punteggiata
di torrentelli gorgoglianti. Calziamo finalmente gli sci. Il panorama
e' fantastico, la valle selvaggia, il caldo tropicale.
L'andatura migliora sensibilmente con gli sciotti ai piedi. Sfruttiamo
le lingue di neve per raggiungere la malga Ziolera a quota 1926. Sosta
per panini e per bere come otri, il caldo e' veramente feroce. Per fortuna
l'acqua non manca di certo. Riempiamo piu' volte le borracce. Una grossa
rana piglia il sole su un cocuzzolo di neve. Quando arriviamo a un metro
saltella "in panza" giu' per una discesa di neve e si tuffa
in uno spumeggiante torrentello.
Ripartiamo e saliamo ancora nella parte alta della valle, un magnifico
anfiteatro di neve immacolata. A quota 2000 attacchiamo l'erta verso forcella
Ziolera. La neve e' gia' pappa, gli sci tengono da dio ma la salita e'
dura e la neve pesante. Risaliamo vari costoni sfruttando le chiazze di
neve che sul versante sud stanno sparendo rapidamente.
Un
superbo camoscio ci osserva incuriosito nei pressi di forcella Ziolera,
a 2.250 metri.
Superiamo faticosamente rapide
salite a zig zag in cui devo dare strada al Moscone che tira su dei diagonali
bestiali a 45 gradi :D Stavolta devo cedere il passo insomma :(
Superiamo un tratto roccioso senza sci, recupero sul Moscone e, rimessi
gli sciotti, attraversiamo magnifici costoni verso la forcella Ziolera.
Qui avvistiamo, in cima a un picco roccioso, un camoscio che ci osserva
placidamente da non piu' di 80 metri di distanza. Ci blocchiamo stupefatti.
Quello niente, ci guarda ma non si muove. Estraggo la macchina fotografica
e scatto due foto. Il camoscio ha l'aria del tipo "ecche' vorranno
questi due scocciatori?", quindi si sdraia tranquillo come se nulla
fosse. Quando siamo ormai a poche decine di metri si alza stancamente
e toglie lentamente il disturbo. Traversando sotto a un roccione si spalanca
una voragine nella neve ghiacciata e il Ghezzer ci finisce dentro con
un urlo soffocato. Niente di grave per fortuna. Come al solito la neve
vicino alle rocce e' sempre infida. Stupido a non averci pensato prima!
E' tardi, decidiamo lo stesso di salire in vetta (abbiamo ancora diverse
ore di luce), anche se la piramide del Ziolera dal basso incute un certo
timore.
E ripidissima e affilata, tuttavia quasi sgombra di neve sulle creste.
Saliremo proprio di la'. La salita e' dura, il terreno cedevole, fangoso,
con tratti innevati e sfasciumi. Non possiamo camminare troppo sul filo
di cresta per via di poderosi e pericolosi cornicioni di neve. Questa
tiene bene pero', e' molle e si riesce ad assestare bene il passo. Vediamo
la croce in cima alla vetta, con l'aura di luce del sole che sta ormai
calando. Saliamo faticosamente, con frequenti soste per rifiatare. Ormai
mancano pochi metri.
Il
Moscone Bianco arriva in vetta; in basso i selvaggi pianori del Ziolera
che abbiamo risalito in sci. Sulla destra in primo piano il Monte Valpiana
m. 2368; nell'anfiteatro sottostante si trovano i resti dell'ospedale
austriaco del 1915-1918 e numerose tracce di trinceramenti che percorrono
tutte le dorsali. Sullo sfondo si scorge il Cimon Rava (Gruppo Cima D'Asta).
Verso le 17.30 (!!!) sbuchiamo
finalmente in vetta, e' fatta perdiana! Non possiamo trattenerci a lungo
purtroppo causa l'ora tarda: il panorama e' mozzafiato. Sotto di noi il
passo Manghen sepolto di neve. Verso sud-est il massiccio di Cima d'Asta
si staglia possente all'orizzonte. Ai nostri piedi le vaste distese del
Ziolera coperte di neve candida come panna montata; vediamo la nostra
minuscola traccia lasciata con gli sci. Mangiamo un boccone, beviamo qualcosa
e facciamo alcune foto. Ok, ora tocca scendere per il crinale opposto,
quello ovest. Il primo tratto e' delicato, una cresta affilata a precipizio
sui nevai verso il Manghen.
Il
Moscone Bianco scende dalla cresta Ovest verso Forcella del Frate
Tuttavia scendendo con calma non c'e' problema, la neve tiene bene
e non metto neppure i ramponi. I bastoncini sono davvero una manna in
tutte le occasioni, e anche in questa! Danno una sicurezza eccezionale.
Scendiamo cosi' la cresta alla magnifica luce del tramonto che indora
la neve: ci voltiamo piu' volte a guardare la vetta del Ziolera contro
il cielo blu cobalto. I possenti cornicioni di neve fanno un po' Himalaya...
invece siamo sul Lagorai :D
L'erta
discesa finale verso il Manghen dalla forcella del Frate (m. 2238). Con
la freccina e' segnato il Moscone Bianco che scende con circospezione dopo
che il prode Ghezzer ha aperto la traccia
Arriviamo all'ultimo punto
delicato: la forcella del Frate. Di qui un ripidissimo nevaio cala verso
il Manghen. Tracce debolissime di valanghine di superficie, pressoche'
innocue. In tutta la giornata non abbiamo visto una sola valanga seria,
la neve e' ben assestata. Onde scongiurare sfighe, decidiamo di scendere
uno alla volta, scendo io per primo. In 15 minuti sono sul pianoro sottostante.
Do' il via al Moscone. Viene giu' anche lei senza problemi. Ok, siamo
al passo Manghen con le ultime lame di luce ormai.
Ricalziamo di nuovo gli sci e giu' per la strada. Il Moscone bianco passa
a mezzo metro da un camoscio morto sulla carreggiata, senza accorgersi
di nulla ovviamente :) Meglio cosi', non e' un bello spettacolo. Scendiamo
in sci fino a 1700 metri, quindi di nuovo a pedagna. La strada e' eterna,
arriviamo alla macchina che 'e buio pesto intorno alle 8.45. Stanchi ma
soddisfatti, come si usa dire. Senza dubbio una delle piu' magnifiche
escursioni in sci mai fatte.
RIEPILOGO
Il versante sud del Ziolera e' quasi pulito, e lo sara' sicuramente nel
giro di una settimana.
Il passo e' ancora chiuso; verra' ripaerto presumibilmente verso la fine
del mese di maggio. Si puo' comunque risalire agevolmente la strada a
piedi. Il Ziolera e' dunque fattibile fin da ora, con tratti innevati,
tuttavia richiede pie' fermo e assenza di vertigini, quindi NON
e' adatto a tutti.
Intendiamoci: le difficolta' alpinistiche sono pressoche' inesistenti,
al massimo ci sono brevi passaggi di 1° grado. Ma so per esperienza che
non tutti percepiscono le difficolta' allo stesso modo.
Ipotesi: quelli che se la sentono saliranno il Ziolera, gli altri dal
Passo Manghen andranno in costa verso il lago delle Buse, quindi al lago
Montalon e infine al Lago delle Stellune, dove potranno eventualmente
ricongiungersi con quelli che scendono dal Ziolera.
Sono allo studio percorsi alternativi in caso di chiusura del passo Manghen...
stay tuned!
ULTIMO SOPRALLUOGO
del 23 maggio 2000
In un sussulto di coscienziosita', io e il Moscone abbiamo realizzato
per voi *martedi'* 23 maggio (cioe' alla faccia vostra :) un rapida ricognizione
nella zona di Passo Manghen :DDD
(Cosa si fa per voi!!!)
Ecco allora alcune notiziole...
- Il passo e' transitabile *perfettamente*.
- Il piccolo rifugio di Passo Manghen, sia pure in ristrutturazione, e'
aperto.
- Il paesaggio e' gia' splendido, anche se in quota e' ancora un po' secco.
Neve pressoche' assente, salvo qualche chiazza qua e la' e in qualche
canalone poco esposto. Tutto il percorso previsto e' quindi perfettamente
fattibile senza problemi.
- Agli eventuali appassionati "animalisti" consiglio vivamente
di munirsi di macchina fotografica! (con teleobiettivo)
Nel breve giro effettuato abbiamo infatti visto:
6 camosci!
11 grosse marmotte!!! (le vedremo *sicuramente* anche domenica 28)
dozzine di tritoni alpini nei laghetti, con rane rospi eccetera)
1 grossissimo rapace
Ora c'e' da sperare solo che il tempo non faccia lo str*BEEP!*...
Nel pomeriggio posto il meteo trentino...
Stay tuned!
*Domani venerdi' ad ore 16* ultimo bollettino meteo e decisione finale
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