Reperti bellici e storici in alta montagna |
di Franz
Chiunque desiderasse chiarimenti o maggiori dettagli non esiti a chiedere,
al massimo... non saprò rispondere!
Le informazioni che che seguono sono frutto di esperienza, studi e
ricerche, molte letture, notizie avute da militari addetti alle bonifiche,
esperti di armi (quale io non sono... sono obiettore di coscienza!).
Sia chiaro
a tutti che non assumo alcuna responsabilità per le indicazioni che dò e
che in ogni caso il principio fondamentale deve essere quello della
massima prudenza.
Nel caso del più vago dubbio, NON TOCCATE NULLA!
L'abbondanza di materiale storico reperibile in alta montagna è quasi
incredibile.
La maggior parte di quel che capita di incontrare sono
manufatti e reperti risalenti alla I guerra mondiale, ma non
necessariamente (vi dice qualcosa Oetzi, l'uomo del Similaun?)
Se non avete mai visto niente più che qualche reticolato, avanzi di
baracche e qualche scatoletta d'epoca è perchè avete sempre percorso vie
normali e battute.
Basta sbagliare strada di pochi metri o andare
volontariamente a cacciarsi in posti che anche un camoscio eviterebbe per
trovare di tutto.
Parlando del materiale bellico è il caso di fare
qualche premessa:
1) Negli anni successivi alla guerra gran parte dei
materiali è stato recuperato dall'esercito e dai "recuperanti", in
particolare dalle linee italiane per le quali esistevano mappe e
conoscenze dirette dei siti.
Mi riferisco in particolare alle zone
Ortles-Cevedale e Adamello. Tenete presente che la guerra finì a novembre e le
condizioni erano già invernali. Le linee rimasero sguarnite da un giorno con
l'altro, senza alcun preparativo. Praticamente tutto quello che era sul posto
nelle posizioni più alte, rimase li abbandonato e finì spesso sepolto dalla neve
tanto da essere introvabile già l'estate seguente.
2) Il recupero dei materiali metallici è stato fatto solo dove vi era
convenienza economica (ragionevole vicinanza di
strade o teleferiche) e per gli oggetti di valore e riciclabili.
(Il
valore va misurato sulle condizioni di vita di un valligiano degli anni
'20-'30... quindi fra le cose recuperate ad uso personale ci furono letti,
attrezzature da cucina, stufe, rotoli di filo spinato, materiali da costruzione
ed anche armi e munizioni per caccia e bracconaggio).
3) Molte posizioni militari, sopratutto austriache ed alle
quote maggiori, sono letteralmente scomparse sotto le nevicate dal '18 al
'20 e riappaiono ora a volte quasi intatte causa arretramento delle nevi
perenni e scioglimento dei ghiacciai.
Solo pochi anni fa è riapparso un
cannone sulla Presanella (con tutto il suo munizionamento) di cui non vi
era memoria o documentazione.
4) Il recupero di armi, esplosivi e munizioni di ogni calibro ha trascurato i
luoghi di più difficile accesso o rimasti nascosti. Dove non vi era convenienza
al recupero, esplosivi, proiettili e munizioni sono stati ammucchiati e fatti
saltare per distruggerli negli anni immediatamente successivi alla guerra (es.
Cima di Villacorna presso il San Matteo).
Questa pratica "alla buona" ha
lasciatoin giro molto materiale, danneggiato ma a volte inesploso.
5) Nelle zone di combattimento è frequente trovare proiettili e bombe a mano
utilizzati ma non esplosi per difetti di costruzione, cattivo uso o condizioni
ambientali.
6) E' possibile trovare oggetti,armi e materiali esplodenti compresi,
conservatisi nel ghiaccio o sotto la neve in condizioni quasi perfette perchè
ben ingrassati o protetti da carta oleata.
Per nostra fortuna i proiettili della I guerra mondiale non erano
costruiti, se inesplosi o abbandonati, per esplodere all' urto
accidentale o al tentativo di manomissione (i proiettili
inesplosi moderni sono molto più pericolosi da questo punto di vista: se
inesplosi si trasformano "da soli" in mine).
Se un
proiettile o una bomba non è esplosa allora, è ben difficile che lo
faccia adesso solo per essere stato toccato. Unica eccezione, mi dicono (
ma non ho conoscenza diretta ) i proiettili di cannoncini di piccolo
calibro, tipicamente 37 mm.
Le loro piccole dimensioni potrebbero
invogliare qualche scriteriato a raccoglierli...
|
Alcune regole riguardo a bombe,proiettili ed armi:
1) Tutte le bombe ed i proiettili inesplosi o inutilizzati, per quanto
arrugginiti e danneggiati possano apparire, contengono materiale esplosivo
che in genere ha mantenute intatte le sue proprietà. La presenza di ruggine e
corrosione all'esterno non dice nulla delle condizioni interne.
Spolette,
meccanismi di ritardo e detonatori potrebbero essere in condizioni perfette
all'interno del proiettile.
EVITARE ASSOLUTAMENTE DI SPOSTARLI.
Non"nasconderli" coprendoli con neve o sassi: qualcuno potrebbe urtarli senza
rendersene conto.
2) Proiettili di artiglieria non utilizzati e privi di spoletta
di innesco, sono sostanzialmente inerti, anche se carichi di
esplosivo ad alto potenziale.
Esiste però la possibilità che fossero
caricati a gas asfissiante.
Questi proiettili avevano pareti sottili che,
causa corrosione, potrebbero cedere all'urto o alla compressione.
Chi li
maneggiava in guerra portava la maschera antigas, sempre e comunque!
Anche i
proiettili di tipo shrapnell presentano un pericolo potenziale: essendo
caricati a polvere nera è possibile che questa si inneschi per semplice
sfregamento.
NON TOCCARE proiettili di artiglieria anche se palesemente
privi di innesco!
3) I proiettili di artiglieria inesplosi sono nella maggioranza dei casi
difettosi e non esploderebbero nemmeno a prenderli a martellate ma
...potrebbero non essere affatto difettosi ma avere semplicemente colpito
la neve (o fango o sabbia o altro materiale morbido) con un basso angolo (in
pratica senza colpire di punta) ed avere la spoletta attivata.
Aspettano solo
che qualcuno la tocchi per fare il loro sporco lavoro... Quindi TOCCATE IL MENO
POSSIBILE!
4) NON TOCCATE ASSOLUTAMENTE tubi metallici chiusi (non parlo di tubi di
stufa...).
Potrebbero essere tubi a razzo tipo Bettica (probabilmente ormai
inoffensivi par il tipo di esplosivo e la tenuta non stagna del
contenitore) ma potrebbero anche essere tubi di gelatina esplosiva che
venivano usati per far saltare i reticolati.
Questi sono ESTREMAMENTE
pericolosi e possono esplodere all'urto causa deperimento della gelatina.
5) NON TOCCATE e sopratutto NON CERCATE DI APRIRE scatole o casse di legno
o di metallo chiuse.
Potrebbero contenere dinamite o simili ( molto usate
allora per lavori di scavo).
La dinamite con il gelo tende a trasudare
nitroglicerina, che esplode al minimo urto. Vale la pena di ricordare che
proprio per questo qualche anno fa due alpinisti austriaci saltarono in
aria sul Cristallo (vicino allo Stelvio) e vennero letteralmente fatti a
brandelli. Il racconto di uno del soccorso alpino dice che il pezzo più grosso
trovato di uno dei due fosse un piede dentro uno scarpone...
Sarà anche una macabra esagerazione, ma se invece era una gamba intera fa
differenza?
6) La maggior parte delle bombe a mano inesplose sono tali
causa spegnimento della miccia o difetto del detonatore e sarebbero "quasi"
inerti. Personalmente ne ho lanciate un paio su un ghiaione senza conseguenze,
ma sapevo bene cosa stavo facendo.
Esistevano però dei tipi con funzionamento a percussione azionato dall'urto.
Non
vorrete scoprirlo voi...
Se non conoscete bene i modelli e le loro varianti,
consideratele molto pericolose.
Attenzione inoltre al fatto che le bombe Da lancio avevano le forme più
diverse: sferiche, cilindriche, ad ananas o a forma di limone,
lenticolari, lisce, segmentate, montate su aste (bombe da fucile) con o
senza alette, con manici di legno o tubi di cartone o ganci di fil di
ferro .
Una varietà enorme, ed a complicare le cose c'erano anche bombe "autocostruite" con materiali di scarto come latte e scatolette di ogni
foggia.
Quando si tratta di massacrarsi, l'ingegno umano non ha limiti.
E' vero che i tipi più comuni potrebbero essere maneggiati senza rischi
immediati, ma volete forse sfidare la sorte tenendo in mano un oggetto capace di
essere letale a decine di metri di distanza?
7) L'unica cosa che mi sento di definire ragionevolmente sicura sono i
proiettili di fucile per armi leggere: si trovano spesso interi caricatori pieni
e persino nastri o caricatori di mitragliatrice con decine o centinaia di
colpi.
Nessun problema a maneggiarli, magari per fargli una fotografia.
ATTENZIONE però ad una cosa: la detenzione è assolutamente PROIBITA, per
quanto inutilizzabili siano.
E' di fatto impossibile riutilizzare un
proiettile trovato in montagna anche disponendo dell'arma per cui era
previsto.
Ma la legge non va tanto per il sottile, quindi EVITATE!
Vi sembrerà strano, ma per la stessa ragione è vietato detenere anche i
bossoli già sparati ( si trovano a centinaia in certi posti). Infatti è
teoricamente possibile riutilizzarli sostituendo la capsula di innesco e
ricaricandoli (è una pratica comune e legale per chi fa tiro a segno).
Se volete raccogliere qualche bossolo di fucile usato, scegliete quelli
incrinati o deformati, oppure provvedete appena possibile a raticargli
un foro sul fianco usando un trapano (e siate ben sicuri che il bossolo
non contenga nulla prima di forare!!!)
8) Capita anche di trovare armi intere o parti di esse, come fucili, pistole
e... persino mitragliatrici.
Se trovate una mitragliatrice significa che siete in un posto oltremodo
scomodo", a una quota molto elevata e avete un culo incredibile!
Siccome pesa almeno una quindicina di chili non credo intendiate caricarvela in
spalla...
Per fucili, pistole e simili, la raccomandazione è quella di considerarli sempre
come carichi e pronti a sparare, quindi pericolosi per gli altri ma sopratutto
per voi stessi.
Infatti non è improbabile che un sistema arma/munizione in
cattive condizioni possa esplodere fra le mani al tentativo di sparo.
Potete anche raccoglierli, ma in questo caso dovete ASSOLUTAMENTE presentarvi
immediatamente al rientro alla più vicina stazione dei Carabinieri.
Anzi, meglio
farvi precedere da una telefonata appena siete in grado di farla.
E' possibile
richiedere la smilitarizzazione e inertizzazione dell'arma (vengono praticati
dei fori in punti strategici per renderla totalmente inutilizzabile).
Potreste
conservarla come cimelio senza problemi.
9) Da ultimo un tipo di oggetto molto raro da trovare e probabilmente non letale
ma veramente molto pericoloso.
Detonatori e spolette (per proiettili di artiglieria o per lavori di mina)
servono a provocare lo scoppio dell'intera carica.
Prima dell'uso venivano conservati a debita distanza dagli esplosivi. Contengono
uno o pochi grammi di esplosivo molto sensibile agli urti o al calore, non
abbastanza da uccidere se vi salta fra le mani, ma sicuramente sufficente per
farvi saltare un paio di dita o fregarvi un occhio con una scheggia.
I
detonatori da mina sono tipicamente cilindretti di ottone lunghi qualche
centimetro, riempiti in parte dell' esplosivo ed aperti da un lato per
l'inserimento della miccia. Le spolette per proiettili di artiglieria si trovano
in genere in cassette di legno, quindi rientrano nella categoria NON APRIRE.
Per riassumere:
Evitate di toccare qualsiasi cosa assomigli a bombe o proiettili o non sappiate
cosa sia, non cercate di aprire scatole e contenitori.
L'esplosivo si conserva perfettamente in proiettili e bombe sigillati, senza
perdere efficacia ma casomai diventando più instabile. Tenetene sempre conto.
D'altra parte, trovarsi faccia a faccia con un ordigno che non è esploso 90 anni
fa non è di per sé pericoloso ed è sciocco farsi prendere da timori inutili.
Sarebbe stupido cacciarsi nei pericoli solo per passare molto lontani da una
bomba.
Evitate solo di smuoverla inutilmente, di perquoterla o di faci cadere
sopra qualcosa inavvertitamente.
Se invece è possibile, sedetevi di fianco e
fatevi una foto ricordo...
Visto che mi è capitato personalmente, vi descrivo un caso vissuto e come ci
siamo comportati.
Passaggio obbligato in ripido canalino fra roccette non arrampicabili perchè
troppo marce e molto instabili.
Fondo misto di sassi, sabbia e terricio fangoso, decisamente franosi. Passo
prima io e provoco uno smottamento. Dal materiale incoerente salta fuori il
fondo di un proiettile di artiglieri
a calibro 75. Il mio socio non può passare
senza smuoverlo o fargli cadere sopra altri sassi.
Con delicatezza (moooolta
delicatezza) ha rimosso sassi e terriccio tutto attorno fino a liberarlo
completamente, rinforzando anche la sua base di appoggio.
A questo punto l'ha
sollevato e spostato in una posizione più protetta, ma visibile, fra le rocce.
Tutto qui.
Importante era liberarlo completamente per poterlo spostare senza
movimenti bruschi o ulteriori smottamenti e cadute di sassi o dello stesso
proiettile.
A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi se non si debba denunciare a una
qualche autorità la presenza di ordigni inesplosi.
Premesso che nel caso l'autorità giusta sono i carabinieri, la risposta è si e
no.
In genere i militari addetti alle bonifiche, guide, rifugisti e alpinisti
locali, sanno benissimo quali sono le zone dove è possibile o probabile
incontrare ordigni inesplosi.
Se non lo hanno già fatto loro è perchè non ne
vale la pena.
I costi, ed anche i rischi, di una bonifica sono elevati.
Pensate
a questo prima di decidere il da farsi: è probabile o possibile che altri
passino di li e si trovino in situazione di pericolo?
E' possibile che l'ordigno
cada per cause naturali verso una zona frequentata?
Se ritenete di no, lasciate
perdere.
L'unico caso in cui provvederei ad una segnalazione è quello di un ordigno in
prossimità di zone o sentieri frequentati e facilmente raggiungibili anche da
bambini o ragazzini senza controllo, il che in alta quota è abbastanza
improbabile.
Quelli non si sa mai cosa possano inventarsi per farsi male....
Ho
una foto che feci negli anni '70 ad un amico allora undicenne (io ne avevo 14),
mentre reggeva in mano una bomba a mano modello Carbone.
Raggio di azione delle
scheggie mortali fino a 100 metri.
Vabbè, forse quella era da denunciare...
Mi
sa che la bomba è ancora li sulle Rese di Scorluzzo.
Un paio di anni fa trovai il gestore di un rifugio incazzato come una iena:
qualcuno aveva segnalato ai carabinieri la presenza di un proiettile inesploso
non lontano dalla via di accesso al ghiacciaio per la cima più frequentata della
zona.
Ne era seguita un'ordinanza che vietava l'accesso all'intero lato della
valle (anche se il pericolo era zero).
Chi era pratico della zona semplicemente
la ignorava, ma qualche alpinista di fuori aveva rinunciato e c'era allarme fra
gli escursionisti.
Una cosa assurda.
Con lo stesso criterio tutte le montagne
dallo Stelvio all'Adamello dovrebbero essere vietate...
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Abbiamo parlato finora di sicurezza relativa agli ordigni bellici.
Ora parliamo di storia, memoria, ricerca, conservazione e tutela.
Ricorderete tutti il ritrovamento di Oetzi sul Similaun.
Per giorni si
pensò al ritrovamento di un alpinista, ad un corpo che poteva avere
50-100 anni. Invece ne aveva qualche migliaio.
Questo dice bene quanto il
ghiaccio e l'isolamento da fattori esterni siano capaci di conservare.
Da un punto di vista archeologico, i danni peggiori li hanno fatti i primi
visitatori sul sito del ritrovamento.
Non conoscendone il valore, hanno
alterato la scena, spostato oggetti apparentemente insignificanti come
pezzi di corteccia di betulla, che sono stati ritenuti solo più tardi
come parti del corredo di Oetzi. Non hanno fatto rilievi metodici.
Non
possiamo fargliene una colpa, ma se seguite in tv CSI sapete di cosa
parlo.
Allora le prime regole: se trovate qualcosa, qualunque cosa, che
ritenete possa avere un valore storico (o umano) non alterate la scena
oltre il necessario. Se avete un GPS, rilevate le coordinate del luogo,
altrimenti cercate di segnarlo subito, con la maggiore precisione
possibile, sulla carta geografica. Se andate di fretta, fate almeno un
ometto di sassi nelle vicinanze, lasciate un oggetto colorato fermato
da un sasso, anche il cartone del succo di frutta va bene! (e non
rompete le palle con l'inquinamento!)
Fate fotografie,
non solo di dettaglio ma di assieme, cercando di inserire riferimenti che
permettano di identificare la posizione e riferimenti dimensionali.
Avete
presente le foto di reperti archeologici?
C'è sempre dentro un righello o
una scala graduata.
Siccome non credo che portiate abitualmente una
bindella nello zaino, potete usare la picozza o le racchette come
riferimento.
(il mio consulente mi dice che non tutti sanno cosa sia una
bindella... In italiano metro a nastro, particolarmente utilizzato in
edilizia).
Anni fa trovai in Val Zebrù una grossa bomba da mortaio di cui
non riuscivo a identificare il modello e la provenienza.
Due anni dopo ho
potuto identificarla con certezza grazie ad una foto in cui avevo incluso
una racchetta estensibile, con le sue brave tacche per regolare la
lunghezza.
Non che avesse alcun valore storico, se non per me che ho la
mania di identificare tutto quello che trovo, ma senza quel preciso
riferimento dimensionale non ci sarei mai riuscito.
Facile capire che il ritrovamento di un corpo umano ha un valore, che può
essere anche archeologico o storico, ma più probabilmente lo ha da un
punto di vista umano.
Potrebbe essere un caduto di guerra, e conoscendo
Alpini e Kaiserjager, c'è un' alta probabilità che il poveretto avrebbe
apprezzato di essere sepolto in terra consacrata.
Perchè negarglielo ?
Certo, dovrà sorbirsi l'ennesimo discorso delle autorità, gli squilli di
tromba e tutta la pompa retorica immancabile, ma almeno si ricongiungerà
ai suoi vecchi compagni e qualcuno del pubblico avrà lo spunto per
qualche riflessione seria.
E se fosse un alpinista diperso, ma vale anche
per un soldato, si potrebbe anche arrivare alla identificazione, e qualche
parente o discendente potrebbe apprezzare di avere una tomba dove portare
dei fiori...
Chi avvisare in caso di un ritrovamento di questo tipo?
Sempre i
Carabinieri in prima battuta.
Solo se non fossero presenti con una
stazione nella zona, rivolgersi alle altre istituzioni presenti, Polizia
municipale, Guardiaparco se in zona tutelata, o Guardia di Finanza.
Avvertite anche la locale stazione del Soccorso Alpino o la Casa delle
Guide.
A tutti comunque dite di mettersi in contatto con i Carabinieri che
in caso di militari caduti provvedono ad avvisare il comando militare
territoriale e lo specifico ufficio del Ministero della Difesa (Onorcaduti).
E per il resto, cosa può avere un valore per lo storico ed il ricercatore?
Qualunque oggetto sia identificabile! Può anche essere un oggetto modesto
e magari indegno di attenzione all'occhio di chi non faccia una ricerca
storica precisa.
Farò un esempio.
Attorno alle posizioni militari, presso le baracche o sotto una piccola
fortificazione, si trova immancabilmente una pattumiera.
Ci si trova di
tutto, sopratutto scatolette vuote, ma anche oggetti buttati via perchè
inservibili, come scarpe sfondate, pezzi di lamiera o di carta catramata.
Se la baracca aveva una cucina si trovano anche ossa, femori di bue,
costine di maiale....
Tolle e scatolette comunque sono comunissime.
A volte si riesce a leggere
cosa contenevano ed è anche divertente: chi lustrava l'ottone con il
Sidol a 3200 metri?
In generale però non si presta molta attenzione a
tolle e scatolette.
Eppure....
Dovete sapere che attorno al Cristallo (zona Stelvio) avvennero spesso
episodi di fraternizzazione fra le opposte trincee, con tanto di scambi di
generi di conforto.
Cosa naturalmente osteggiata dai comandi e che poteva
portare alla corte marziale.
I fatti non sono riportati in nessun
documento ufficiale, e sono noti solo per tradizione orale e dai diari
privati di alcuni combattenti.
Ma ho trovato una prova materiale!
Subito
dietro un avamposto italiano al Passo di Crapinellin, proprio sotto il
Cristallo, ho trovato una scatoletta di sardine norvegese, che faceva
parte delle normali razioni austriache e non era importata in Italia.
Non
poteva venire che dalle posizioni nemiche!
Ed ecco che una stupida scatoletta come se ne trovano a mucchi qualche
centinaio di metri più in la, diventa una prova storica!
Anni fa, durante lo scavo sistematico con criteri archeologici di un sito
militare in trentino è stato trovato sotto il pavimento di una baracca un
paio di occhiali montati in fil di ferro.
Ci credete se dico che è stato
possibile risalire al proprietario che li aveva persi?
Una foto
d'epoca scattata proprio in quel posto mostrava un ufficiale austriaco con
un paio di occhiali esattamente identici!
Lo so, cose del genere eccitano me e pochi altri, ma è ricerca storica
anche questa.
Allora ecco un altra regola di comportamento:
se trovate un oggetto che per una qualunqe ragione vi interessa e volete
raccogliere ed asportare, non posso impedirvi di farlo, ma almeno
fotografatelo nel luogo del ritrovamento, conservatelo come si deve e
datene informazione.
Darne informazione?
a chi e dove?
Non è difficile.
In ogni valle delle
zone di guerra esistono musei e gruppi di appassionati.
Molti conosceranno
il Museo della Guerra Bianca di Temù (in Valcamonica) o il Museo sulla
Marmolada o quello presso la Banca Popolare di Sondrio al Passo dello
Stelvio o ancora quello di Mauten in Austria.
Ma ce ne sono tantissimi
altri.
Ci sono poi Associazioni nazionali o comunque con maggiore
copertura geografica come la Società Storica Guerra Bianca o la
Dolomitenfreunde ed altre ancora.
Quasi tutti costoro hanno siti internet
cui potete scrivere, se non potete incontrarli direttamente.
Un alpinista ha trovato su un ghiacciaio un cilindretto metallico che
conteneva un foglio scritto a mano con ordini di operazioni, inviato da un
ufficiale ad un suo subalterno.
Chissà che fine aveva fatto la povera
staffetta portaordini... Provate ad immaginare la gioia e l'emozione dello
storico del museo locale che ha potuto esaminare il documento e
fotocopiarlo!
Se qualcosa ha un valore storico, non dico che non possiate tenervelo, ma
moralmente DOVETE condividerne la conoscenza.
Una gavetta arrugginita e magari bucata può essere un simpatico souvenir
di una bella ascensione e riguarda solo voi, ma se porta inciso il nome
del suo proprietario diventa un reperto storico che può gettare nuove
luci su una ricerca in corso!
Per finire, visto che i vandali esistono, vi ricordo che esiste una legge
che tutela in modo specifico reperti e manufatti risalenti alla I Guerra
Mondiale.
Senza specifica autorizzazione non si può e non si deve
spostare nemmeno un sasso da una vecchia trincea.
Il testo completo della Legge 7 marzo 2001, n. 78
"Tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale", insieme ad un
commento giuridico, si trova nella sezione Archivio del sito www.guerrabianca.org
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13 mggio 2005
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