Nella spettacolre Patagonia cilena    
   
Esplorazione del ghiacciaio    
   
In immersione sotto ai ghiacci in "Ushuaia Nature"    

PATAGONIA REGINA
Trento, 26/04/2002

USHUAÎA NATURE: À LA DÉCOUVERTE DE L'ULTIME ESPERANCE
La prima giornata del Filmfestival è dominata da questo splendido documentario di produzione francese, con la regia di Gilles Santantonio. Una spedizione esplora il versante cileno della Ande nel profondo sud della cordigliera. Strepitose riprese aeree descrivono in poche sequenze mozzafiato la selvaggia bellezza della Patagonia, uno dei luoghi più incontaminati del pianeta. La prima esplorazione avviene sull'enorme distesa di un ghiacciaio. Bellissime le riprese aeree degli alpinisti che attraversano le crepacciate su affilatissime creste. Trovato un profondo pozzo colmo d'acqua, entrano in azione i subacquei della spedizione. Si immergono nell'acqua gelida per scoprire un mondo incantato, una cattedrale di specchi e cristalli, un magico e misterioso labirinto di trasparenze e di riflessi. A quasi 18 metri di profondità, l'incredibile scoperta: un insetto sconosciuto vive perfettamente a suo agio in quelle gelide acque, tra i ghiacci in perenne movimento. L'esplorazione successiva è nelle viscere della terra, a ridosso di una impressionante catena di grandi montagne di marmo: in una forra profonda si getta fragorosamente una cascata. Gli speleologi si calano con le corde nell'abisso in cui scorrono torrenti tumultuosi.

   
Una gigantesca slavina in "Le risque d'avalanche"    

LE RISQUE D'AVALANCHE di Hervé Martin Delpierre (Francia) affronta il problema delle valanghe. Dal documentario non emerge nulla di particolarmente nuovo. Si cerca di capire la relazione tra le masse di cristalli e la coesione della neve, fenomeno non ancora del tutto chiarito. Gli esplosivi sono spesso utilizzati per "scaricare" i pendii potenzialmente pericolosi. Belle, inedite e terrificanti alcune riprese di valanghe. Nell'ultima che chiude il documentario a mo' di monito, si vedono tre scialpinisti sciare su un costone in neve fresca. Dall'alto si stacca l'intero versante che precipita a valle. Due cercano di sfuggire ma sono travolti. Il terzo riesce miracolosamente a salvarsi sciando sul versante opposto e rifugiandosi su un piccolo promontorio. Lo spettatore non fa a tempo a tirare il fiato che sopra la testa dello sciatore superstite si stacca una seconda terrificante valanga che lo investe senza scampo.

   
Torrentismo nei canyons a Gorropu, in Sardegna    
UN VIAGGIO A GORROPU
di Tullio Bernabei (Italia).
Il film documenta le impressionanti e bellissime gole a Gorropu, in Sardegna. Si racconta un'esperienza di trekking- torrentismo nelle profonde forre scavate dall'acqua nel corso dei millenni. Il ritmo del documentario è un po' lento, in stile RAI anni '60, ma si riscatta con le belle immagini di luoghi davvero affascinanti.




Decisamente soporifero invece
ALPI / L'ARCO OCCIDENTALE - PIEMONTE VETTE E VALLI di Folco Quilici (Italia), figura storica del documentarismo italiano. A parte alcune belle panoramiche e sequenze, il film è un minestrone con troppi ingredienti, anche se cucinato certamente con indubbio mestiere. Visto in tv può sembrare magari una boccata d'aria fresca, considerato quel che passa il convento di solito. In sala però, per giunta dopo aver pagato il biglietto, predomina il tedio.

Alessandro Ghezzer