I FILM PREMIATI
La prima reazione a questo filmone è: "Bello ma che c'entra con la montagna?". Secondo noi poco, ma tant'è. Si tratta di una mega produzione durata quasi 5 anni, con 450 chilometri di pellicola girati e riprese in tutto il mondo. Il risultato è certamente notevole, con immagini sorprendenti e spettacolari, realizzate per lo più da macchine da presa piazzate su aerei o su aeromodelli in volo a pochi centimentri dagli uccelli. Grande fotografia e montaggio, ottime musiche, commenti fuori campo stringatissimi. Insomma gran mestiere. Forse un po' troppo lungo. Premio Club Alpino Italiano
Genziana dOro
La rievocazione e la storia dei primi tentativi di salita alla montagna più difficile del mondo: il K2. Anche se non particolarmente memorabile è un documentario interessante con un buon ritmo narrativo che si conclude con la scalata vittoriosa di Lacedelli e Compagnoni nella spedizione italiana capeggiata da Ardito Desio. Genziana dargento al miglior
film di montagna Un villaggio isolato da un grande fiume e un baratro di
200 metri. L'unico filo che lega i suoi abitanti all'altra sponda è
una primitiva teleferica azionata a mano da funamboli che spingono "camminando"
sui cavi. Una bella storia semplice che descrive con efficacia la lotta
per la sopravvivenza della gente contadina in una sperduta landa della
Cina. Genziana dargento al miglior
film di ambiente montano e di promozione dello sviluppo sostenibile ex
aequo: GLORIEUSE L'ILE AUX TORTUES VERTES I gran bei panorami non annullano il tedio di un documentario decisamente convenzionale e, a tratti, soporifero. Si racconta la vita delle tartarughe verdi sulle isole Glorieuses nell'Oceano Indiano. L'autore si propone di contribuire con questo documentario alla classificazione delle isole Gloriouses come patrimonio mondiale della natura. Genziana dargento al miglior
film di esplorazione Genziana dargento al miglior
film di sport e avventura sportiva Premio miglior film di autore
italiano Ritmo serrato e un taglio "thriller" per questo buon documentario di Brando Quilici (che ha rifiutato il premio) sulla mummia dei ghiacci. La rievocazione del rinvenimento e le molte difficili indagini scientifiche fino alla sensazionale scoperta: "Oetzi", così è stata soprannominata la mummia, è stato assassinato. Una punta di freccia appare in una radiografia del costato. Belle le ricostruzioni ambientali delle situazioni di vita dell'antico cacciatore venuto dalla preistoria. Premio per la migliore fotografia Buon documentario che spicca soprattutto per l'eccellente fotografia, per cui il premio della giuria è ben meritato, anche se forse andava diviso con l'altrettanto splendido A LA DÉCOUVERTE DE L'ULTIME ESPÉRANCE. E' girato, quasi di nascosto, nel Mustang, nella fiabesca Terra di Lo, in Tibet, dove dei monaci custodiscono gelosamente la loro civiltà minacciata dal cosiddetto progresso. Bel ritmo, immagini mozzafiato. Menzioni speciali della Giuria
Gianluigi Rocca si divide tra la sua attività di professore di disegno all'Accademia di Brera a Milano e quella di malgaro in val Rendena nel Trentino. Una storia interessante che offre spunti di riflessione, primo tra tutti il desiderio dell'uomo di non recidere il contatto con la natura. Un buon film con belle musiche e ottima fotografia, che però è funestato da una voce fuori campo che recita (male) un testo inutilmente retorico, per di più con tono monocorde e inespressivo. Un vero peccato perché quando il protagonista non deve recitare a pappagallo la parte e si esprime spontaneamente la storia e il ritmo migliorano notevolmente. |